Classificare atleti di generazioni diverse è impossibile, un
esercizio di stile magari superfluo, ma tanto affascinante. Ci si interroga su
quale sia stato il più forte in questa o quella gara, misurando vittorie
internazionali e record effettuati, rimanendo spesso dell’opinione di partenza:
il più forte è anche quello che più di tutti ha lasciato un segno dentro e fuori
dall’acqua.
È il caso sicuramente delle tre atlete che esaminiamo oggi, tre
grandissime del nuoto che, sicuramente, hanno fatto breccia nel cuore di tanti
tifosi, fino a diventare in patria veri e propri simboli sportivi.
Franziska Van
Almsick, Laure Manaudou, Federica Pellegrini: chi è la più forte?
Partiamo dalle cose che hanno
in comune: tutte e tre europee,
rappresentanti dei grandi paesi del nostro continente (Germania, Francia ed Italia) e grandissime interpreti dello stile libero, in particolare dei 200. Le
ragazze, oltre ad essere sportive esemplari e capofila dei rispettivi movimenti
nazionali, sono anche icone di stile
e, a volte loro malgrado, protagoniste di gossip e spettacolo.
Ma poche come loro hanno
segnato il nuoto recente: grandi, grandissime atlete le quali carriere si sono
susseguite ed intrecciate in modo interessante. Come non chiedersi chi delle
tre ha lasciato il maggior segno sportivo?
Discutere su dei palmares del
genere è, francamente, impossibile.
Tenendo conto di tutte le grandi manifestazioni internazionali (vasca lunga e
corta) Franzisca Van Almsick è in testa
alla classifica, dall’alto di ben 24 ori conquistati. La tedesca ha però un
buco importante che stona in una carriera quasi perfetta: non ha mai vinto l’oro
olimpico. Pellegrini e Manaudou, invece, sono entrambe riuscite nell’impresa di
conquistare la medaglia che ogni atleta
sogna, spesso vincendo l’incredibile concorrenza che si trova ai Giochi,
soprattutto da oltreoceano.
Proviamo a dividere le
medaglie per gare? Certo.
I 200 stile sono il punto di incontro delle tre campionesse: in
questa gara l’indiscussa Regina è Federica Pellegrini, quasi sempre sul podio internazionale
dal 2004 ad oggi. Laure Manaudou, pur essendo una grande interprete dei 200,
preferiva la distanza superiore, i 400 stile, ed era competitiva ad altissimi
livelli anche nel dorso. Franziska Van Almsick, invece, aveva doti veloci che
la rendevano pericolosa anche nei 100 stile, ma soprattutto aveva dalla sua uno
squadrone che, negli anni, le ha permesso di fare incetta di medaglie
internazionali in tutte le staffette.
La storia del record del mondo nei 200 stile, dal
1994 ad oggi, è stata scritta da loro tre. Vediamo come?
1994
Roma rappresenta l’inizio e la fine di questa bellissima storia. Nel 1994, i primi mondiali della
Capitale furono illuminati dalla giovanissima
Franziska Van Almsick: quasi esclusa dalla finale nei 200 stile, entra in
finale grazie alla rinuncia di una compagna di squadra, partendo dalla corsia 8.
Vittoria e record del mondo, il tutto alla tenera età di sedici anni.
Basterebbe per scrivere un romanzo.
2002
Franzi però è un personaggio
controverso: ai successi seguono la
depressione e l’anoressia, così quel tempo segnato a Roma dura in vetta al
mondo per tanti, forse troppi anni. Il ritorno della campionessa è degno della
sua fama: campionati europei di Berlino, pubblico di casa che la idolatra,
vittoria e nuovo world record. Un’eredità pesante per tutte, ma non per due
ragazzine che, l’anno successivo, avrebbero debuttato ad alto livello.
2004
Ad Atene 2004, la tedesca vince le sue ultime medaglie internazionali
in staffetta e si ritira. Quell’Olimpiade vedrà una giovanissima italiana sul secondo
gradino del podio dei 200 stile ed una bella francesina dominare i 400 stile. Entrambe
erano cresciute con il mito di Franziska Van Almsick.
2007
Melbourne è dall’altra parte
del mondo ed è sede dei mondiali: il
posto ideale per coronare il sogno di una vita. Federica Pellegrini ci
riesce, migliorando il record del mondo e detronizzando il suo mito di sempre. Ma
c’è chi le vuole “rovinare la festa”: Laure è straripante e lascia Fede sul
tetto del mondo solamente per 24 ore.
In finale sarà oro per la francese e bronzo per l’italiana, con record del
mondo che passa alla Manaudou.
2009
Torniamo finalmente a Roma. La
città eterna ospita, 15 anni dopo, i mondiali di nuoto ed il Foro Italico è una
bolgia. Record su record vengono abbassati, è un nuoto di titani. Laure
Manaudou si è ritirata, Pechino ha consacrato Federica Pellegrini, Roma la
rende immortale. 1.52.98, niente da
aggiungere.
Anche qui Franziska è, per
ora, davanti a tutte. Ma c’è una categoria nella quale non c’è storia: eccola.
È ovviamente la longevità
agonistica. Se si parla di costanza di rendimenti, di perseveranza, di tenacia,
allora Federica Pellegrini non ha praticamente eguali.
La Van Almsick ha sì dalla sua 12 anni di carriera di livello, ma
intervallati da diversi alti e bassi agonistici oltre che personali.
La Manaudou ha una carriera internazionale di 9 anni, ma nel 2009 (a
22 anni) si è ritirata per 2 anni, ed al suo rientro non ha entusiasmato come
ai bei tempi.
La nostra Federica, invece, non ha perso un colpo: dal 2004 ad oggi ha sempre
partecipato alle finali che contano, spesso da protagonista, spesso da vincente.
Alle difficoltà sportive ed umane ha risposto presente, si è rialzata ed ha reagito:
questo fa di lei una campionessa con un grado in più rispetto alle altre. Un’incredibile
longevità agonistica, un carattere granitico, una tenacia senza pari: questo la
spinge a continuare fino alla prossima fermata, Tokyo 2020.