Vecchia come la Hosszu, forte come la Ledecky: il mito di Dawn Fraser

Quando si parla di donne nel nuoto, una delle pioniere è di sicuro Dawn Fraser, che compirà 80 anni a settembre.

Dawn Fraser: un metro di paragone per tutte dopo di lei


Famosa per la tripletta olimpica nei 100 stile e per essere stata la prima donna sotto il minuto nella gara regina, il 2,17,7 nei 200 stile fu a suo modo un primato storico: fu infatti il primo record ad essere stabilito dopo il cambio di regolamento che riconosceva soltanto le prestazioni effettuate in vasca da 50 metri (e non più quelle in vasca da 55 yard).

È stato significativo anche per un altro motivo: scrivendo il suo nome nel libro dei record dei 200 stile spostò il baricentro della “lotta” tra le atlete sprinter, che provenivano dai 100, e le mezzofondiste che costruivano la gara partendo dai 400, a favore delle prime. Un po’ il percorso inverso di quello che, riportato ai giorni nostri, ha fatto Katie Ledecky a Rio, vincendo i 200 stile davanti ad un’atleta come Sarah Sjostrom, più portata alla velocità.

Dawn Fraser con Cate Campbell

Il record precedente, 2,18,5, apparteneva all’australiana Loraine Crapp, campionessa olimpica dei 400, che lo mise a segno al passaggio di una gara sulle 880 yard, dove fece registrare anche il record del mondo alle 440 yard (400 metri): era il 20 ottobre del 1956.

Fu per l’appunto l’ultimo record prima del cambiamento regolamentare, in atto tuttora, che ammette come eleggibili solamente i record effettuati in vasca da 50 metri, anche se i due record da lei effettuati furono messi a segno al passaggio (cosa ammessa per regolamento sin dal 1950).

Così come Dawn Fraser, anche Loraine Crapp non ebbe mai l’opportunità di gareggiare nei 200 stile olimpici: la distanza fu aggiunta al programma gare soltanto nel 1968.

12 giorni dopo aver riportato il WR dei 200 nelle mani di una velocista, Dawn si scatenò abbassandolo di altri 3 secondi: 2,14,7. Passarono circa due anni e la Fraser ritoccò nuovamente il tempo: a Sydney, il 27 febbraio del 1960, qualche mese prima di vincere l’oro a Roma nei 100, staccò il tempo sensazionale di 2,11,6. Quel crono rimase al top del mondo per più di sei anni, fino all’arrivo dell’americana Pokey Watson.

Ma la storia più emozionante della sua carriera è quella che riguarda il suo rapporto con i 100 stile e con le Olimpiadi.


Il 1 dicembre 2016 è stato il 60esimo anniversario del record di 1,02,0 che segnò anche l’inizio di un’imbattibilità lunga 15 anni per la Fraser nei 100 stile.
Dawn fece registrare 16 record del mondo individuali, tutti nello stile libero, di cui 12 nei 100 e 4 nei 200: ci volle un’altra fuoriclasse come Shane Gould per spodestarla dal trono della gara regina.

Nata il 4 settembre 1937, Dawn Fraser divenne la prima donna ad abbattere il muro del minuto nei 100 stile libero ma anche la prima a vincere tre ori olimpici consecutivi nella stessa gara (100 stile): Melbourne 1956, Roma 1960 e Tokyo 1964.

La Fraser vinse la prima corona olimpica davanti ad una folla festante in patria, a Melbourne, battendo la compagna di squadra Lorraine Crapp di 0,3 secondi, stabilendo il primo world record in 1,02,0: nella stessa gara l’Australia completò un podio tutto Aussie, con il bronzo a Faith Leech.

A Roma, quattro anni più tardi, divenne la prima donna a difendere il titolo olimpico, fermando il cronometro a 1,01,2, con un vantaggio di tre metri sull’americana Chris Von Salza. Nella staffetta 4x100 stile mise a segno anche il record olimpico in prima frazione, 1,00,6, regalando l’argento all’Australia dietro agli Stati Uniti (record del mondo in 4,11,3).

Il 23 ottobre 1960, Dawn fermò il cronometro (ed il fiato degli spettatori) a 1,00,0 nelle 110 yard a Melbourne. Quattro giorni dopo, a Perth, scrisse la storia del nuoto facendo registrare 59,9 e migliorandolo poi a 59,5 (24 novembre) fino al 58,9 del 29 febbraio 1964, l’ultimo world record della sua infinita carriera.

Dawn swimming freestyle

Un paio di settimane dopo, Dawn stava andando ad un evento sociale con sua mamma, sua sorella ed un’amica: la sua auto andò a scontrarsi con un camion provocando la morte della madre e la frattura di una vertebra per lei.

Nonostante ciò, la Fraser tornò già in forma solamente sette mesi più tardi, per confermare la sua grandezza sportiva: a Tokyo 1964, il 13 ottobre, fu oro nei 100 stile in 59,5, 0,4 secondi davanti a Sharon Stouder, la seconda donna della storia a rompere la barriera del minuto. Negli USA la stampa parlò dell’argento della Stouder dietro a “Old Ma Fraser” che, ai tempi, era 27enne (l’età, per esempio, di Katinka Hosszu a Rio 2016).

Allenata da Harry Gallagher a Sydney, Dawn è l’ultima di 8 fratelli di una famiglia della classe operaia di Balmain, sobborgo industriale di Sydney. A 18 anni, il 21 febbraio del ’56, limò di 1 decimo il record del mondo dei 100 stile, che apparteneva all’olandese Willy den Ouden: quel tempo di 1,04,5 resisteva dal 27 febbraio 1956, 20 anni. Nello stesso anno fu abbassato per altre sei volte, prima dall’olandese Cockie  Gastelaars, poi di nuovo dalla Fraser, poi da Lorraine Crapp ed infine da Dawn: il 1 dicembre 1956, nella finale dei Giochi di Melbourne scese a 1,02,0.

La notte prima di quella finale, la sua prima grande vittoria internazionale, Dawn ebbe un incubo: “Sentii lo sparo del via, ma avevo il miele che mi incollava i piedi. Fu un’impresa ardua liberarmi ma alla fine ce la feci e mi tuffai… ma invece dell’acqua c’era una piscina di spaghetti!”

La gara (quella in acqua vera) vide la Fraser e la Crapp combattere bracciata su bracciata fino all’arrivo, con la terza australiana Faith Leech a completare il podio perfetto. Dopo la gara, Dawn prese una scala dalla troupe televisiva e la utilizzò per raggiungere i suoi genitori sugli spalti: dedicò a loro la vittoria ed a suo fratello maggiore Don, che le insegnò a nuotare.


Otto anni dopo, la Fraser fu eletta Australiana dell’anno, ma ricevette anche una sospensione di otto anni; la squalifica fu successivamente ridotta a 4 anni, ma troppo tardi per permetterle di difendere per la quarta volta il titolo ai Giochi del 1968, dove i 100 stile vennero vinti in 1,00,0.

Le sue colpe furono partecipare alla cerimonia di apertura di Tokyo contro gli ordini di squadra e tentare di rubare una bandiera di notte all’ingresso del palazzo dell’Imperatore giapponese: voleva portarla come souvenir alla cerimonia di chiusura delle olimpiadi. Fu arrestata per questo misfatto, ma l’Imperatore non solo la perdonò, le regalò addirittura la fatidica bandiera rubata il giorno prima.

Ai tempi, fu anche accusata di aver nuotato nel fossato per raggiungere il palazzo. Nella sua biografia smentì tutto: “Non l’ho fatto e non lo avrei mai fatto. Abbiamo usato una serie di trucchetti per entrare… ma molte delle cose che sono state dette non sono vere.”

Dawn ai giorni nostri

Nel 2014, Dawn tornò a Tokyo 50 anni dopo il misfatto olimpico, proprio nell’anno in cui un altro grande, Michael Phelps, fu escluso dai mondiali di Kazan per una squalifica a causa di guida in stato d’ebrezza.


In quest’occasione, una Dawn Fraser 77enne dichiarò che ci penserebbe due volte prima di rifare quella bravata. “Le reazioni ufficiali a quel misfatto furono esagerate, considerando che, quando accadde, ero stata esentata per una settimana dalla squadra olimpica”. 

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